Targhe storiche, ecco cosa cambia con l’ultimo Decreto Ministeriale

Le novità introdotte dall’ultimo Decreto Ministeriale sulle targhe storiche, per rimanere sempre aggiornato sulle ultime normative

Il Decreto Ministeriale del 13 novembre 2019 ha portato importanti novità per i possessori di targhe storiche in Italia. Se sei appassionato di veicoli d’epoca e vuoi sapere quali sono le principali modifiche, questo articolo fa al caso tuo. Scopriamo insieme cosa cambia con il nuovo Decreto e quali sono le conseguenze per chi possiede un’auto o una moto storica.

Tutto sull’ultimo Decreto Ministeriale che riguarda le targhe storiche, cosa prevede?

La fase di prova per la registrazione di targhe autentiche per veicoli storici, motociclette e macchinari agricoli è iniziata, coinvolgendo un numero limitato di operatori selezionati.

La realizzazione del desiderio di molti collezionisti prende forma con l’implementazione del Decreto Ministeriale 468 del 21/11/2023, promulgato dalla Direzione Generale per la Motorizzazione. Questo infatti dispone la possibilità di applicare la targa originale di primo rilascio sul proprio veicolo, che sia essa un’auto, moto o macchina agricola.

A partire dal 27 novembre 2023, la fase preliminare di sperimentazione si avvia, estendendosi per appena un mese.

Successivamente, dal 8 gennaio 2024, tutte le procedure per l’attribuzione delle targhe storiche saranno a disposizione e proposte ai clienti da tutte le postazioni telematiche per automobilisti privati e dagli uffici del registro civile dell’automobilista per l’immatricolazione e reimmatricolazione di veicoli storici e di interesse collezionistico che non necessitano di essere registrati al Pra.

“Si sta giungendo alle conclusioni di un significativo progetto che, in collaborazione con le autorità competenti, porta ad un’importante tutela dei veicoli storici”- afferma il Presidente dell’Asi Automotoclub Storico Italiano Alberto Scuro. “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Motorizzazione Civile hanno introdotto un cambiamento unico sia a livello di regolamenti, che nella pratica.”

Targhe in esposizione
Foto | Jupiterimages @Canva – realmotor.it

 

Presentazione delle domande

Coloro che desiderano possono avanzare le loro domande presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista (Sta) o un Ufficio di Motorizzazione Civile.

Il prezzo per ottenere una targa storica per un’auto è di 549 euro, mentre per una moto o un veicolo agricolo costa 274,50 euro. Queste particolari targhe possono essere assegnate a veicoli che sono stati precedentemente immatricolati in Italia e in seguito decommissionati secondo l’articolo 96 del codice della strada, o rimossi per esportazione conformemente all’articolo 103 dello stesso codice.

Allo stesso modo, i veicoli ritirati per essere posteggiati in terreni privati in base alla normativa precedente, purché la domanda sia stata presentata per la prima volta prima del 26 aprile 2006, o i veicoli ritirati per demolizione, sempre secondo la normativa passata, prima del 30 giugno 1998, possono essere considerati, a meno che non abbiano beneficiato di sussidi statali per la loro rottamazione. Infine, possono richiedere una targa storica anche i veicoli registrati in Italia che non sono mai stati ritirati dalla circolazione e che richiedono un nuovo registro, oppure quelli privi di targhe o documenti circolanti, a condizione che non siano stati ritirati o successivamente registrati in Italia.

In questi casi, la targa storica viene associata al veicolo al momento della registrazione o ri-registrazione. Se la targa originale di un veicolo è stata rubata, persa, distrutta o danneggiata, può essere rilasciata una nuova targa storica.

Giovanni Tombolato, un consulente per il motorismo storico del Ministero dei Trasporti, illustra che il decreto offre una straordinaria occasione per migliorare il grado di autenticità dei veicoli storici conservati nel paese. Questa impresa articolata e prolungata è stata realizzata grazie all’aiuto di una serie di organizzazioni e alla percezione del Ministro Salvini. Tombolato sottolinea che è essenziale conservare il motorismo storico per il presente e soprattutto pensando al domani, per evitare che questi capolavori diventino meri oggetti ornamentali.

Quali sono le differenze tra auto storiche e auto d’epoca

Per numerosi individui, in particolare per quelli non legati all’ambito, le vetture storiche e le vetture d’epoca sembrano avere lo stesso significato. Tuttavia, come comprendono gli esperti, i due termini non sono intercambiabili. Quindi, per risolvere questa confusione, spiegheremo quando è appropriato riferirsi a una vettura come storica e quando, al contrario, stiamo parlando di una vettura d’epoca.

La distinzione tra veicoli storici e d’epoca non è solo formale, ma ha una significativa differenza pratica.

Le auto storiche

Le auto storiche hanno la libertà di viaggiare, a differenza dei veicoli d’epoca che sono limitati a circostanze specifiche. Identificare le caratteristiche uniche di entrambi i tipi è essenziale per valutare un veicolo.

Parliamo quindi delle auto storiche, che sono le auto con almeno trent’anni di vita che possono ancora circolare liberamente. Un veicolo di interesse storico e collezionistico, è un’auto registrata presso:

  • l’ASI,
  • lo Storico Lancia,
  • l’Italiano Fiat,
  • l’Italiano Alfa Romeo
  • lo Storico FMI.

Queste organizzazioni forniscono una certificazione che conferma l’anno di produzione e le specifiche tecniche del veicolo. Il Regolamento di esecuzione e di attuazione, all’articolo 215, richiede che questi veicoli mantengano le loro caratteristiche originali di fabbricazione, ad eccezione delle modifiche necessarie per la circolazione.

Prima del 2015, un’auto diventava storica al raggiungimento del suo ventesimo anno dalla prima immatricolazione.

Le auto d’epoca

Le auto d’epoca invece sono veicoli di interesse storico e collezionistico le cui caratteristiche non sono idonee per la circolazione regolare. Questo è spesso dovuto all’incapacità di adempiere alle rigide leggi anti-inquinamento, rendendo queste auto non adatte per l’uso quotidiano. Il loro scopo principale è pertanto la conservazione. 

Per questo motivo, le auto d’epoca sono rimosse dal Registro Pubblico Automobilistico e inserite in un elenco speciale custodito presso il Centro storico della Direzione generale della Motorizzazione Civile. La loro circolazione non è consentita, tranne in circostanze eccezionali, come per esempio per eventi automobilistici autorizzati. In queste istanze, è richiesta un’autorizzazione dal Dipartimento per i Trasporti Terrestri rilevante, che rilascia un foglio di via dopo aver verificato determinate condizioni.

La vendita di questi veicoli deve inoltre essere notificata a questo Dipartimento, che procederà quindi all’aggiornamento dell’elenco presso il Centro storico pertinente.

La differenza principale quindi tra una macchina storica e una d’epoca risiede nella loro capacità di circolare sulla strada. Mentre le macchine storiche possono circolare liberamente, purché non siano utilizzate per scopi commerciali, le auto d’epoca possono essere utilizzate solo con autorizzazioni specifiche e solo per determinate operazioni di trasloco del veicolo.

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