Il MotoGP 2023 è stato dominato dagli spagnoli? Dipende dai punti di vista

Case, piloti e Gran Premi: un’analisi sulla presenza della Spagna e degli spagnoli all’interno del motomondiale

La presenza spagnola nel Motomondiale è stata oggetto di dibattito e discussione negli ultimi anni, con alcune voci che indicano una eccessiva dominanza della Spagna in vari aspetti del campionato. Per esplorare questa affermazione, analizzeremo i dati delle annate 2024, 2014 e 2004, esaminando la distribuzione geografica dei Gran Premi, la partecipazione dei piloti e la presenza delle Case e delle squadre.

Nel 2023, il calendario del Motomondiale ha visto una distribuzione significativa in Europa, con più del 50% dei Gran Premi svoltisi nel continente. La Spagna è emersa come il Paese con il maggior numero di eventi, con tre Gran Premi. Questa concentrazione in Europa è stata mantenuta anche nelle annate precedenti, come nel 2014 e nel 2004, anche se con una presenza meno marcata di gare spagnole.

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Immagine | unsplash @harlieraethel – realmotor.it

L’analisi della partecipazione dei piloti rivela un aumento considerevole degli spagnoli nel corso degli anni. Nel 2024, su 22 piloti ufficiali, 10 sono spagnoli e 6 italiani, rappresentando il 72% della griglia. Nel 2014, su 23 piloti, i partecipanti spagnoli erano 7, mentre nel 2004, su 23 piloti, solo 3 erano spagnoli. Questo aumento può indicare una maggiore presenza e successo degli atleti spagnoli nel Motomondiale. Mentre la presenza spagnola tra i piloti è notevole, analizzando le Case e le squadre, emergono risultati diversi. Le Case costruttrici comprendono Ducati e Aprilia italiane, Honda e Yamaha giapponesi, e KTM austriaca, dimostrando una diversificazione geografica. Inoltre, tra le 11 squadre, non ne è presente alcuna di origine spagnola, con una distribuzione tra Italia, Giappone, Monaco, Malesia, Austria e Francia.

Cosa aspettarsi dal 2024

Nel 2024, il Motomondiale presenta un quadro ricco di sfaccettature, con 78 piloti iscritti nelle tre classi, di cui 14 italiani. La classe regina, la MotoGP, annovera 22 talentuosi piloti, di cui 6 italiani: Pecco Bagnaia, Marco Bezzecchi, Franco Morbidelli, Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e Luca Marini. La categoria Moto2, composta da 30 partecipanti, vanta la presenza di 3 italiani: Celestino Vietti, Tony Arbolino e Dennis Foggia. Nella Moto3, con 26 giovani promesse, ben 5 sono italiani: Filippo Farioli, Nicola Carraro, Matteo Bertelle, Luca Lunetta e Stefano Nepa. Gli italiani costituiscono il 18% del contingente totale dei piloti, mostrando un nutrito contributo alla competitività del Motomondiale. Allo stesso tempo, la Spagna si conferma come la nazione più rappresentata, con ben 32 piloti (41% del totale).

Il calendario del 2024 si distingue per il suo record di 22 Gran Premi. Tuttavia, la conferma del GP dell’India (22 settembre) e del GP del Kazakistan (16 giugno) è ancora in sospeso, in attesa di finalizzare i contratti tra i gestori dei circuiti e la Dorna, oltre all’approvazione delle piste. Nel caso in cui questi appuntamenti non venissero confermati, il Balaton Park Circuit in Ungheria sarebbe pronto a subentrare come pista di riserva. Un’annata che si prospetta emozionante, con un calendario ricco e la promessa di spettacolo su due ruote in tutto il mondo.

Mentre la Spagna ha un ruolo dominante nella partecipazione dei piloti e nella distribuzione dei Gran Premi, la diversificazione è evidente tra le Case e le squadre. L’analisi dei dati delle annate passate mostra un aumento degli spagnoli nel Motomondiale, ma la questione della “spagnolizzazione” richiede una valutazione più approfondita. Il campionato sta esplorando nuovi mercati in Asia, ma la mancanza di presenza americana e africana potrebbe essere un’area di sviluppo futura. In definitiva, il Motomondiale è un contesto complesso, e la discussione sulla sua evoluzione continua.

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