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Automobili

Tesla richiama due milioni di auto, ecco cosa è successo

Negli Stati Uniti d’America la Tesla ha dovuto richiamare due milioni di auto già vendute. Il noto marchio automobilistico fondato dal magnate Elon Musk ha mostrato un importante problema legato alla sicurezza

Problemi nel paradiso di Elon Musk. È proprio il caso di dirlo.

Questa volta non c’entra nulla il social X (l’ex Twitter, ndr), bensì uno dei primi marchi che he reso l’imprenditore sudafricano famoso in tutto il Mondo: Tesla.

È infatti notizia di questi giorni il richiamo di oltre due milioni di modelli da parte della casa automobilistica negli Stati Uniti d’America.

Il motivo? Questioni di sicurezza

Problemi di sicurezza per Tesla: richiamate due milioni di auto

Tesla sta richiamando oltre due milioni delle proprie vetture a causa di un difetto di sicurezza nel sistema dell’Autopilot.

È quanto reso pubblico dai documenti divulgati dalla National Highway Traffic Safety Administration (la NHTSA, ndr), ovvero l’agenzia statunitense che ha il compito di vigilare sulla sicurezza stradale.

Immagine | Unsplash @BramVanOost – Realmotor.it

Secondo quanto raccolto, Tesla starebbe richiamando più di due milioni di auto negli Stati Uniti d’America per sistemare un problema nel meccanismo che dovrebbe sempre garantire che i conducenti delle proprie vetture prestino attenzione mentre utilizzano il sistema di assistenza alla guida installato sulle macchine dall’azienda (l’Autopilot, ndr).

Lo starebbe facendo, non ritirando i modelli in questione, bensì distribuendo a tutti un aggiornamento del software, così che la problematica in questione possa essere risolta.

Si tratta comunque di un richiamo di enormi dimensioni, dal momento che riguarda la quasi totalità delle auto vendute da Tesla negli Stati Uniti d’America tra il 5 ottobre del 2012 e il 7 dicembre del 2023.

Tra i modelli coinvolti anche la molto apprezzata Tesla Model 3, oltre che la Model X, la Model Y e la Model S.

A questo provvedimento si è giunti dopo oltre due anni di indagini portate avanti proprio dalla già citata NHTSA, la quale ha analizzato una serie di incidenti che si sarebbero verificati negli USA mentre il sistema di Autopilot era in funzione su alcune Tesla.

Stiamo parlando di più di quaranta indagini dal 2016 a oggi, riguardanti una serie di incidenti che, purtroppo, hanno portato anche alla morte di diciannove persone.

Ciò che è emerso è che i sistemi usati da Tesla, per garantire che i conducenti delle proprie auto abbiano sempre il controllo del mezzo anche quando l’Autopilot è attivo, sono inadeguati.

Anzi, c’è di più. L’ente di controllo ha infatti affermato che “in alcune circostanze, quando l’Autosteer (il sistema di sterzatura automatica dell’azienda, ndr) è attivo, i controlli della funzione potrebbero non essere sufficienti a impedirne un uso improprio da parte del conducente”.

Per questo, l’azienda automobilistica si è vista costretta a richiamare le proprie auto e a fornire ai clienti un aggiornamento del software, il quale ora limiterà i casi in cui sarà possibile utilizzare l’Autosteer.

Che cos’è l’Autopilot?

Come anticipato nel paragrafo precedente, l’Autopilot è il sistema di assistenza alla guida montato sulle vetture a marchio Tesla.

Stando a quanto riportato dalla stessa azienda sul proprio sito ufficiale, si tratta di “un sistema di assistenza alla guida che può essere utilizzato solo con un conducente completamente attento. Esso non trasforma le Tesla in auto a guida autonoma né le rende autonome”.

Ciò significa che l’Autopilot non può sostituire a tutti gli effetti un conducente umano.

Esso è in grado di accelerare, frenare e sterzare autonomamente, ma non può guidare l’auto senza il supporto dell’Uomo.

Il conducente della vettura ha infatti il dovere di tenere sempre le proprie mani ben salde sul volante e il controllo del veicolo, anche quando l’Autopilot è attivo.

A certificarlo è un messaggio che tutti gli utenti Tesla sono chiamati ad accettare prima di attivare tale funzionalità.

Non solo. Quando in funzione, l’Autopilot invia costantemente una serie di avvisi sia visivi che acustici, i quali, se ignorati ripetutamente dal conducente, portano al bloccaggio dello stesso Autopilot per il resto del tragitto.

Il motivo? Garantire sempre la massima sicurezza di chi si trova a bordo di una Tesla e anche degli altri automobilisti sulle strade.

Purtroppo, un’indagine compiuta dal sito Car and Driver nel 2021 aveva scoperto che alcuni modelli impiegavano dai 20 ai 40 secondi prima di avvisare che il conducente avesse tolto le proprie mani dal volante e ulteriori trenta secondi prima di frenare.

Un’enormità se pensiamo che questa tempistica, sulle strade statunitensi, porterebbe l’auto a viaggiare per circa un chilometro e mezzo senza alcun controllo (nel corso delle indagini è stato scoperto che alcuni conducenti si trovavano addirittura sul sedile posteriore mentre l’Autopilot era attivo, ndr).

Per questo motivo, la NHTSA ha tenuto una serie di incontri con il marchio Tesla tra ottobre e dicembre, così da discutere le possibili migliorie da attuare per garantire una maggiore sicurezza sulle strade.

Pur non condividendo l’analisi prodotta dall’agenzia, la stessa Tesla ha deciso di accettare di imporre volontariamente un richiamo delle proprie vetture e di apportare le necessarie soluzioni.

Ora, la NHTSA continuerà a monitorare sul nuovo software aggiornato, così da capire se il problema sia stato realmente risolto o meno.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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