Dalla “Mamma Rai” alla nuova era della Pay-Tv, ecco quali sono stati i telecronisti che hanno accompagnato le gare di Formula 1
Chi più di chiunque altro può aiutare l’appassionato di F1 a tenere a memoria tutte le novità? Si tratta di un personaggio che raramente si vede durante lo svolgimento di una gara, ma si fa sicuramente sentire.
La sua voce diventa familiare e ci tiene compagnia, ci fa esaltare, emozionare e probabilmente riusciamo a ricordarla distintamente anche con il trascorrere del tempo.
Il personaggio in questione ricopre il ruolo di telecronista sportivo e così, come nel calcio e in moltissimi altri sport, anche la Formula 1 viene spesso associata ai racconti in diretta magari di un sorpasso magistrale, di un momento particolarmente emozionante o di una battuta o strafalcione linguistico.
Da quando esiste il Circus (intorno agli anni ’50), varie emittenti televisive si sono contese i diritti per poter trasmettere le gare in esclusiva nel nostro Paese.
I telecronisti che hanno accompagnato le gare di Formula 1
Eppure, dietro tutti gli aspetti commerciali, nessun interesse è stato talmente ingombrante da oscurare la voce di chi la F1 l’ha raccontata, facendolo sempre con professionalità e, soprattutto, con il cuore.
Dalla Rai alla nuova era della Pay-Tv, ripercorriamo insieme il viaggio delle voci di loro che sono entrati nelle nostre case grazie alla televisione e grazie alla telecronaca della Formula 1.
Iniziamo con Piero Casucci, considerato il primo narratore. Bisogna tornare indietro fino al 1953, quando in quell’anno Casucci fu il primo a commentare le gare per il pubblico italiano sulla Rai, emittente per la quale ha anche curato varie rubriche di automobilismo sportivo.
Casucci commentò dapprima solo alcuni spezzoni del Gran Premio d’Italia, per poi diventare il vero e proprio punto di riferimento degli appassionati di motori per un intero decennio.
L’esperienza di Casucci nel ruolo di telecronista per la Rai terminò nel 1968, anno in cui in cabina di commento si presentò un giovane giornalista milanese destinato a fare la storia: Mario Poltronieri.
Il nuovo telecronista della Rai iniziò a commentare le gare da solo, poi però, a partire dagli anni ’70, la sua voce venne affiancata a quella del commentatore tecnico, figura che proprio in quel periodo iniziò a prendere il largo fino ad entrare stabilmente in cabina di commento.
Insieme a Poltronieri, il rumore dei motori venne parzialmente coperto dai commenti di Giancarlo Falletti, Enrico Benzing e Sergio Noseda (a sua volta voce nota nella Svizzera italiana).
Poi, con l’avvento degli anni ’80 e con un aumento spropositato di audience in occasione dei GP, debuttarono altri uomini di spicco dell’equipe della Rai come Ezio Zermiani (ricordato soprattutto per il ruolo di inviato dai box), Gianfranco Palazzoli ed il compianto Clay Regazzoni, il quale divenne il primo pilota ad occupare la posizione di commentatore tecnico.
Grazie al suo stile pacato ed alla sua competenza nel mondo dei motori, Poltronieri rimase fedelmente in Rai dal 1968 al 1994, anno in cui decise di appendere il microfono al chiodo.
Oltre ad aver tenuto incollata agli schermi un’intera generazione di appassionati, la voce di Poltronieri è ancora oggi ricordata come la più emblematica della televisione italiana.
A metà degli anni ’90, in concomitanza con l’uscita di scena di Poltronieri, per la prima volta la diretta esclusiva della Rai venne messa fortemente in discussione.
Nel 1995 infatti, il campionato venne trasmesso in parte dalla TV di Stato ed in parte da Mediaset, con quest’ultima che acquisì l’esclusiva per tutto il 1996, ponendo fine all’era della Rai.
La prima ed unica stagione firmata Fininvest vide in cabina di commento l’accoppiata Guido Schittone e Andrea De Adamich, quest’ultimo ex pilota di F1 e già noto ai telespettatori per la conduzione del programma Grand Prix, oltre ad aver prestato la propria voce in quegli anni per le versioni italiane dei videogiochi per Playstation.
Ad ogni modo, l’esperienza di Mediaset in F1 si conclude presto. Sempre in quel periodo però, in Italia si assiste all’avvento della TV satellitare, in particolare con la nascita del canale Tele+.
Dal 1997 al 2002, la F1 sbarcò per la prima volta anche sul satellite, con i primi abbonati che videro i GP commentati da Paolo Leopizzi insieme a Cesare Fiorio, Mauro Forghieri, Gabriele Tarquini e soprattutto Ivan Capelli, che di lì a poco passerà stabilmente in Rai.
La Rai del 2000 e l’avvento di Sky
Terminata la lunga avventura di Poltronieri, nel 1995 il nuovo telecronista della Rai divenne Gianfranco Mazzoni, che ancora oggi ricopre stabilmente il medesimo incarico sempre per la stessa emittente.
Da metà degli anni ’90 ad oggi, Mazzoni ha condiviso la telecronaca della Formula 1 con vari giornalisti, ex piloti o tecnici: su tutti l’ingegner Giorgio Piola, Gianfranco Mazzoni e René Arnoux, primo commentatore di madrelingua straniera.
Proprio l’ex pilota francese della Ferrari venne sostituito nel 1998 da Ivan Capelli, appena reduce dall’esperienza con Tele+.
Il binomio Mazzoni-Capelli durerà fino al 2017, in un ventennio di corse che ha accompagnato gli sportivi italiani nel terzo millennio, contraddistinto dal periodo d’oro delle vittorie di Michael Schumacher in Ferrari.
Dopo la prima esperienza della TV satellitare negli anni ’90, nel 2007 un’altra Pay-Tv tornò prepotentemente in scena con l’obiettivo di aggiudicarsi l’esclusiva sulla F1, e quindi di sbaragliare la concorrenza della Rai: Sky.
Le prime gare vennero trasmesse a metà del 2007, con la stessa voce di Paolo Leopizzi già nota a Tele+ dieci anni prima.
Ma dal GP di Gran Bretagna di quell’anno, il commento su Sky venne affidato a Carlo Vanzini, il quale racconta ancora oggi la F1 agli abbonati di Sky Sport F1 in compagnia di Marc Gené.
Prima di formare un forte binomio con il pilota spagnolo, è bene ricordare altri due italiani che affiancarono Vanzini nei primi anni di dirette targate Sky: Gabriele Tarquini e Gian Carlo Minardi.
La prima parentesi di Sky terminò nel 2009, quando la Rai tornò ad imporsi come una emittente di riferimento per la F1 in Italia.
Nel 2012, però, la tv satellitare tornò ancora una volta alla ribalta, e con esiti ben diversi: Sky riuscì infatti ad aggiudicarsi i diritti tv per la F1 e le serie minori per ben tre stagioni (con l’aggiunta di altre due opzionali), costringendo la Rai a trasmettere in chiaro ed in diretta soltanto alcuni GP in calendario, mentre gli altri furono slittati in differita.
Vanzini e Gené per Sky, Mazzoni e Capelli per la Rai. La sfida a distanza tra le due coppie di commentatori terminò però nel 2018, quando Sky si aggiudicò la diretta esclusiva di tutto il campionato, escludendo così del tutto la Rai e la possibilità per gli spettatori di seguire le gare in chiaro ed in diretta (con la sola eccezione del GP d’Italia, quando Mazzoni commentò insieme a Felipe Massa).
La stagione 2018 vide però l’esordio di TV8 come unico canale in grado di trasmettere in chiaro le gare, pur proponendole in differita verso le 21.00 e garantendo la diretta solo per quattro GP, tutti commentati da Vanzini-Gené.